PROGETTO
Dal 2007 al 2012 il settore delle costruzioni ha perso il 32%, con un calo di 400.000 posti di lavoro in Italia.
Una crisi che non ha origini solo finanziarie e necessita di un profondo ripensamento del comparto per farlo ripartire su nuove basi.
È nato per questo il progetto Rigenerazione urbana promosso da CNA in collaborazione con la Fondazione Cassa dei risparmi di Forlì, che mette in rete i diversi soggetti coinvolti come mai prima: enti pubblici, imprese, banche, professionisti e cittadini.
Dopo aver incassato il plauso di amministratori e operatori del settore, tale progetto si è tradotto nel “Protocollo d’intesa per la sperimentazione in materia di Rigenerazione urbana”, che è stato firmato venerdì 14 giugno 2013 da tutti i sindaci dei 14 Comuni del comprensorio forlivese, fatta eccezione per il capoluogo, che sarà coinvolto in una fase successiva. Un primo passo di grande importanza e di alto valore simbolico, per la sfida verso il futuro che lancia alla nostra comunità.
Come è nato il Progetto Rigenerazione urbana di CNA?
“Partiamo da due dati – spiega Franco Napolitano, direttore generale di CNA Forlì-Cesena – il 60% degli edifici abitativi in Italia sono stati costruiti negli anni dal 1945 al 1980. I fabbricati energivori sono responsabili del 40% delle emissioni inquinanti sul pianeta. In questo contesto, ogni anno in Italia si spendono 44 miliardi di euro per il rinnovo edilizio residenziale. È però un mercato polverizzato, fatto di micro-interventi, senza un vero progetto di riqualificazione del nostro tessuto urbanistico.
Il Progetto Rigenerazione urbana di CNA si basa su opportunità concrete e realizzabili, quali i benefici fiscali del 50% e 65% per la ristrutturazione edilizia ed energetica, il supporto del sistema bancario, la valorizzazione degli immobili dal punto di vista edilizio. Un progetto ambizioso, che potrà contribuire al rispetto degli impegni presi col Protocollo di Kyoto e il Patto dei Sindaci”.
Ma quali sono i contenuti del Protocollo d’intesa?
Tutti i soggetti coinvolti – enti pubblici, CNA e imprese – si impegnano ciascuno a svolgere fattivamente la propria parte. Tra gli aspetti salienti, gli enti pubblici (i Comuni, in primo luogo) si impegnano a svolgere un ruolo guida nel definire gli interventi di riqualificazione urbana ed efficientamento energetico, modificando strumenti urbanistici e regolamenti. Ma anche a garantire reali vantaggi per gli investimenti realizzati e sensibilizzare i cittadini.
“Come CNA – conclude Napolitano – siamo già impegnati a qualificare e formare le nostreimprese, e stiamo lavorando su un “Contratto di garanzia” ad hoc. CNA si sta spendendo inoltre per agevolare l’accesso al credito da parte dei cittadini grazie a una convenzione e al coinvolgimento del sistema bancario. Dal canto loro, le imprese coinvolte si formeranno e qualificheranno sempre più in materia, contribuendo a esercitare un ruolo di sensibilizzazione nella comunità”.