RIGENERAZIONE URBANA


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  Abbiamo intervistato la ditta di Costruzioni Makeover di Gambettola che ha partecipato ai seminari sulla Rigenerazione Urbana.

 

La formazione è un attività su cui l’azienda deve e dovrà investire?
La formazione in un azienda è fondamentale. Purtroppo in un periodo pressoché di stallo nel settore dell’edilizia, non sempre è possibile affrontarne i costi, ma credo che sia uno degli sforzi da affrontare per poter uscire da questa situazione.
Se il mercato riuscisse a capire la differenza fra un’ azienda formata e a non confrontare i preventivi solo in base al prezzo ‚ nale, risulterebbe tutto più semplice e si potrebbe iniziare un cammino comune verso quegli obiettivi che non ci vengono chiesti solo dall’Europa ma anche dal nostro territorio. La formazione, a mio modesto parere, è la base per ripartire e per creare nuove opportunità.

L’esperienza fatta nei corsi predisposti da CNA in che misura ha risposto alle sue attese?
I corsi mi hanno sorpreso positivamente perché i docenti oltre ad essere “professori” teorici della materia sono anche addetti praticanti del settore. Spesso succede, soprattutto nelle università/scuole di avere dei formatori che non sempre conoscono le materie nel senso pratico e ciò risulta una notevole lacuna nel mondo della formazione. CNA è riuscita invece a dare un risvolto concreto e pratico ai propri corsi, basati sul confronto diretto di addetti ai lavori, che hanno messo a disposizione di tutti la loro esperienza. Credo che questa sia la strada giusta per una formazione efficace che potrà portare sicuramente ad un cambiamento concreto.


Pensa che potrà esserle utile in futuro?
Queste sono esperienze utili perché oltre a crescere a livello professionale e formativo, si ha anche una crescita personale. Si incontrano persone, sia docenti che colleghi, con mentalità aperta e voglia di cambiare e rivoluzionare un settore fermo da cinquanta anni. Cambiare la mentalità e il modo di pensare l’edilizia è sicuramente utile al presente e al futuro di questo ambiente. 

Il coinvolgimento degli enti pubblici territoriali (Unione dei Comuni, Comuni singoli, Asl, DPL etc) è ritenuto indispensabile al ! ne di valorizzare le imprese che investono sulla formazione, preservandole dal rischio di una concorrenza sleale?
La concorrenza sleale è uno dei peggiori mali del mercato odierno, un “cancro” al quale non credo ci sia al momento una cura idonea. Gli enti pubblici devono essere coinvolti e devono tutelare tutte quelle aziende che garantiscono oltre alla qualità delle opere eseguite, una correttezza nei confronti dei propri dipendenti e degli enti stessi. Un modo per risolvere la concorrenza sleale è quella di informare i committenti (primi responsabili dei lavori) dei rischi che corrono e del danno che arrecano all’economia della comunità in cui vivono nel momento in cui decidono di a dare i lavori ad aziende non in regola. L’ente pubblico potrebbe quindi e‚ effettuare delle campagne di sensibilizzazione e magari riconoscere degli sgravi contributivi a tutti quei clienti che decidono di a darsi ad aziende appartenenti al protocollo o comunque “leali”.

Le banche, come potrebbero sostenere il settore dell’edilizia? Con quali strumenti?
Le banche svolgono un altro ruolo fondamentale, ma capisco che negli anni precedenti hanno concesso troppo credito anche a chi non poteva permetterselo e che adesso ci sia una certa chiusura a concedere prestiti a meno di garanzie consistenti.
Una banca “sensibile” e attenta alle esigenze del proprio territorio però, potrebbe agevolare l’accesso al credito per le opere di riquali" cazione in quanto sarà per i prossimi anni la parte trainante del mondo dell’edilizia.
Se le aziende sono chiamate a investire sulla formazione, le banche a loro volta devono sforzarsi e “riaprire i rubinetti”, magari concedendo credito agevolato solo a quei clienti che si affidano ad imprese certificate, qualificate e appartenenti al protocollo.

Conclusioni
CNA ha intrapreso la strada giusta per guidare aziende, enti e banche verso una direzione comune che possa portare ad una riqualificazione del nostro territorio. Credo però, che tutto il ciclo parta dal committente, privato o pubblico che sia, il quale con
le sue scelte può influenzare tutta la catena del settore dell’edilizia. Il mercato è malato ma è il cliente che deve riconoscerne i sintomi e cercare di curarsi. “Anche il miglior dottore non può curare un paziente che non si presenta in studio.

Ringrazio CNA per l’impegno e la voglia che ha nel creare nuove opportunità per il nostro territorio.